Negli ultimi giorni è tornata alla ribalta la suggestiva teoria secondo cui la tomba di Vlad III di Valacchia, noto come Dracula, potrebbe trovarsi a Napoli, precisamente nella Chiesa di Santa Maria La Nova, nel centro storico della città.
Questa ipotesi, che affascina studiosi e appassionati di misteri storici e new age, si basa sulla decifrazione di un’iscrizione enigmatica presente su un sarcofago all’interno della Cappella Turbolo del complesso monumentale.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Tallinn ha interpretato l’iscrizione come un elogio funebre dedicato proprio al principe di Valacchia, noto per la sua figura cruenta e per essere l’ispirazione letteraria del celebre vampiro di Bram Stoker.
L’epigrafe, scritta in una lingua sconosciuta e inizialmente ritenuta greca, è stata analizzata con tecniche diagnostiche avanzate che ne hanno confermato l’antichità coerente con il periodo storico della morte di Vlad III, tra il XV e il XVI secolo.
La tomba in questione è tradizionalmente attribuita a Matteo Ferrillo, ma alcuni dettagli iconografici, come un bassorilievo raffigurante un drago (simbolo legato al nome “Dracula”), e la storia della fine del principe di Valacchia, alimentano la suggestione che i suoi resti siano stati traslati segretamente a Napoli.
La presenza di una statua commemorativa e la posizione centrale nel chiostro minore rafforzano il mistero.
Questa scoperta, ancora oggetto di dibattito accademico, ha acceso l’interesse non solo degli studiosi di storia e archeologia, ma anche degli appassionati di esoterismo e new age, che vedono in Santa Maria La Nova un luogo di energia e fascino particolare, dove si intrecciano storia, leggenda e mistero.
La conferma definitiva manca ancora, ma la decifrazione dell’iscrizione rappresenta un passo importante verso la comprensione di un enigma che potrebbe riscrivere alcune pagine della storia europea e del mito di Dracula, trasformando Napoli in una meta imperdibile per chi è attratto dal mondo del mistero e dell’occulto.





