Da secoli, il Made in Italy è sinonimo di alta qualità e artigianalità, ma oggi si trova di fronte a una sfida che potrebbe rappresentare il suo divenire futuro: la sostenibilità. Abbiamo sempre considerato le pratiche di risparmio energetico, riciclo responsabile e innovazione come separabili dalla tradizione artigianale. E se vi dicessimo che questa nuova era porta con sé non solo un impegno etico verso l’ambiente, ma anche un’opportunità straordinaria di rafforzare quel prestigio che il mondo ci invidia?
Il contributo del Made in Italy all’ecosistema sostenibile
L’ecosostenibilità è ormai un traguardo imprescindibile per le PMI italiane, soprattutto per coloro che operano nello spazio dei prodotti manifatturieri. La resilienza dimostrata dalle aziende nel contesto attuale rispecchia la capacità di adattamento e di anticipazione dei trend globali ecologici, che si traduce in uno sviluppo di ecosistemi virtuosi.
Impatto delle PMI italiane sui trend ecologici
Negli ultimi anni, le PMI italiane hanno progressivamente accentuato il loro contributo verso la sostenibilità, influenzando i trend a scala nazionale e internazionale. Se nel 2011 erano solo due i marchi di moda italiani che indicavano la sostenibilità come obiettivo chiave, oggi tutti i 20 marchi leader riportano informazioni dettagliate sulle loro prestazioni in questo ambito. Questa crescita di sensibilità ambientale è parte di una tendenza più ampia che vede la sostenibilità farsi spazio nei valori quotidiani del consumatore, e si manifesta con particolare rilievo tra i Millennials e la Generazione Z.
Best practice di ecosistemi virtuosi nel settore manifatturiero
Le imprese hanno risposto con entusiasmo a questa esigenza, creando veri e propri ecosistemi virtuosi: una dimostrazione tangibile di tale impegno è l’aumento significativo delle aziende italiane che hanno ottenuto certificazioni per la catena di custodia. La resilienza e l’innovazione di queste aziende si riflettono anche nella competitività sui mercati esteri, con il rapporto “Esportare la Dolce Vita” di Confindustria che sottolinea come i beni finali di consumo italiani siano apprezzati per il loro valore sia estetico che sostenibile.
Osservazioni Deloitte sulla resilienza e sostenibilità delle aziende italiane
Deloitte, nel suo Osservatorio, elogia l’atteggiamento proattivo delle PMI italiane nell’integrare la sostenibilità nei loro modelli di business. La resilienza si manifesta attraverso un’eccezionale capacità di durata nel tempo, con oltre il 70% delle aziende operative da più di un decennio. Questa lungimiranza è confermata dalla presenza significativa di imprese ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale, che generano oltre il 52% del PIL italiano, stabilendo un legame diretto con l’alta qualità dei prodotti manifatturieri italiani. In un’epoca di transizione ecologica accelerata, queste imprese non solo tengono il passo, ma spesso lo guidano.
La percezione del Made in Italy nel contesto di incertezza economica
Nel contesto economico globale attuale, segnato da una crescita economica proiettata al rallentamento, passando dall’attuale 3,3% al 2,8% nel 2023, la percezione del Made in Italy continua a godere di una solida reputazione. È sorprendente notare come, nonostante le sfide economiche internazionali, il tessuto imprenditoriale italiano rimanga fortemente radicato nella fiducia: circa il 62% delle imprese mostra ottimismo verso le prospettive di crescita nazionali per il 2023. E non è un ottimismo isolato all’ambito nazionale – il 65% di queste si dichiara confidente circa i trend settoriali del proprio mercato nel prossimo anno.
Nel DNA delle nostre imprese c’è la capacità di eccellere e adattarsi, anche di fronte ai mutamenti globali, mantenendo un equilibrio tra tradizione e innovazione.
Tale fiducia si spiega guardando al profondo radicamento delle nostre aziende nel Made in Italy: oltre il 70% delle imprese intervistate opera nel mercato da più di un decennio, segno di una robusta e consolidata esperienza. Altra nota significativa è che il 82% percepisce una crescita elevata all’interno del proprio settore, segnale che il gusto e la qualità italiani continuano a essere apprezzati e richiesti nel panorama internazionale.

Nonostante un quadro generale di ottimismo, le nostre imprese sono ben consapevoli dei potenziali rischi: il 63% monitora prioritariamente il rischio dell’inflazione, mentre il 47% pone l’accento sulla crisi energetica e circa il 40% anticipa un potenziale aumento dei costi delle materie prime. In risposta a tali dinamiche, l’attenzione si sposta su iniziative strategiche che possano preservare la crescita: espansione e sostenibilità dell’ecosistema di business, sostenibilità ambientale e strutturale, e rimodulazione delle strategie di pricing.
- Il ministro Matteo Salvini evidenzia l’importanza vitale delle infrastrutture per ottimizzare la logistica delle merci, aspetto chiave nel contesto economico.
- Pasquale Salzano denota la necessità per le imprese di rimanere flessibili e rapide nelle decisioni, enfatizzando la diversificazione dei mercati per adattarsi alla situazione internazionale.
- Claudia Parzani di Borsa Italiana sottolinea l’importanza degli strumenti finanziari come opportunità di accesso a capitali per la crescita aziendale.
- L’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, fa notare l’importanza di un’ulteriore integrazione europea, in particolare per il settore dei servizi finanziari.
In conclusione, le statistiche non solo attestano la resilienza e l’ottimismo delle imprese italiane, ma rivelano anche un approccio proattivo nella gestione delle sfide e nella valorizzazione del marchio Made in Italy, robusto simbolo di eccellenza che continua ad essere accolto con fiducia e ammirazione nel mondo intero.
Trasformare le sfide ambientali in opportunità di business
Adottare un modello di profitto che integra la sostenibilità non è semplicemente una scelta etica, ma una strategia capace di garantire il sviluppo sostenibile del business italiano. Siamo testimoni di un cambiamento di paradigma, dove le sfide ambientali stimolano l’innovazione e diventano le basi per un nuovo tipo di economia. Questa transizione, che vede al centro l’ambiente, è la chiave per rafforzare la competizione a livello globale, e allo stesso tempo sostenere le nostre comunità e il pianeta.
Azioni strategiche per lo sviluppo sostenibile delle imprese italiane
La Commissione Europea con il suo piano d’azione ambizioso spinge l’economia dell’Unione Europea verso un modello circolare. Le imprese italiane, e in particolare le PMI, possono essere protagonisti di questa trasformazione. Tuttavia, la reticenza legata a limitazioni finanziarie e organizzative non può ostacolare la nostra aspirazione a un futuro sostenibile. È necessario superarle attraverso l’adozione di tecnologie dell’Industria 4.0, le quali promuovono pratiche sostenibili per la produzione e il consumo.
La sostenibilità come core del modello di profitto aziendale
Accogliendo i principi di economia circolare, la cui definizione ci indica che ogni materiale – biologico o tecnico – è potenzialmente destinato a essere rivitalizzato, le aziende italiane possono ridisegnare il loro modello di profitto. Cinque modelli emergono come cruciali: filiera circolare, recupero e riciclo, estensione della vita del prodotto, piattaforma di condivisione, e prodotto come servizio. Questi modelli di economia circolare possono diventare parte integrante e innata del nostro business, offrendo così un impatto positivo sia economico che ambientale.
Sviluppo dell’ecosistema di business e sinergie positive
Le tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0, come il monitoraggio e le analisi predittive, sono strumenti che possono adattare il nostro business alla logica circolare, contribuendo significativamente alla riduzione degli sprechi.
È indubitabile che la transizione verso la sostenibilità richiede nuove competenze e un ripensamento degli stili di vita. In questo percorso, tutto l’ecosistema di business italiano deve unire le forze: le nostre PMI, le istituzioni, il mondo della formazione, e ogni singolo consumatore. Questo connubio di sinergie positive è fondamentale per garantire non solo un miglior positionamento sul mercato, ma anche per leading la strada verso uno stile di vita globalmente più sostenibile.
Standard ESG e la performance delle imprese italiane
Con il crescere dell’attenzione verso la sostenibilità aziendale, gli standard ESG si rivelano determinanti per valutare la performance aziendale delle nostre imprese nel mercato del Made in Italy. Riconosciamo l’importanza di questa trasformazione che richiede di intensificare la reportistica di sostenibilità, elemento chiave per la valorizzazione del brand e per il consolidamento della fiducia nei rapporti commerciali. Il nostro approccio si allinea alle direttive come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che mira a promuovere la trasparenza e l’assunzione di responsabilità nel contesto ambientale, sociale e di governance.
Le Camere di commercio svolgono un ruolo proattivo nell’implementazione di questi principi, offrendo alle imprese italiane percorsi di assistenza mirati alla valorizzazione delle proprie pratiche ambientali. Grazie alla legislazione vigente, il MUD e gli Albi Nazionali offrono una strutturazione chiara alla responsabilità corporativa nel settore della gestione dei rifiuti, al contempo incentivando autonomia e conoscenza attraverso piattaforme di autovalutazione.
La pressione degli stakeholder finanziari e la richiesta di performance di sostenibilità elevate da parte di banche e investitori confermano come l’impegno nei standard ESG non sia solamente una scelta etica, ma un vero e proprio requisito per l’accesso al credito e ai mercati dei capitali. In questo contesto, le nostre imprese vengono ispirate a perseguire una crescita sostenibile, conoscendo a fondo e utilizzando servizi quali il Registro RAEE e il Registro Pile, nonché collaborativamente partecipando a corsi ed eventi proposti dal Sistema camerale per una continua evoluzione della propria cultura aziendale verso la qualità ambientale e la sostenibilità.
FAQ
Come definisce il Made in Italy il proprio impegno per la sostenibilità ambientale?
Il Made in Italy interpreta l’impegno per la sostenibilità ambientale attraverso processi produttivi innovativi e rispettosi dell’ambiente, che pongono un’enfasi significativa su risparmio energetico e riciclo responsabile. Questo approccio è intrinseco nella qualità e nell’excellence dei prodotti italiani.
Qual è il contributo delle PMI italiane all’ecosistema sostenibile?
Le PMI italiane contribuiscono in maniera decisiva all’ecosistema sostenibile con pratiche che influenzano positivamente i trend ecologici, mettendo in campo ecosistemi virtuosi di produzione e adottando best practice nel settore manifatturiero.
Che tipo di resilienza e sostenibilità si osserva nelle aziende italiane secondo Deloitte?
Deloitte osserva nelle aziende italiane una forte resilienza e un impegno crescente nei confronti della sostenibilità, enfatizzando l’importanza di strategie aziendali che incorporino pratiche ecosostenibili e una governance responsabile.
Come percepisce il mercato internazionale il Made in Italy in un contesto economico incerto?
Nonostante un contesto economico incerto, il Made in Italy è percepito positivamente a livello internazionale, con le aziende che mantengono una forte fiducia nella crescita e nei trend settoriali, confidando che le pratiche di sostenibilità rafforzeranno ulteriormente la loro posizione sul mercato.
Quali strategie adottano le imprese italiane per trasformare le sfide ambientali in opportunità di business?
Le imprese italiane stanno adottando azioni strategiche per lo sviluppo sostenibile, quali l’investimento in fonti rinnovabili, il risparmio energetico e impegno nell’economia circolare, posizionando la sostenibilità al core del modello di profitto aziendale e sviluppando un ecosistema di business che incentivi sinergie positive.
Come influenzano gli standard ESG la performance e la reportistica delle imprese italiane?
Gli standard ESG sono essenziali per valutare la performance delle imprese italiane, specialmente in termini di sostenibilità. Con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), è richiesto alle aziende un reporting più dettagliato e trasparente, il che li spinge a essere più responsabili e punta a un miglioramento continuo nel rispetto dei criteri ambientali, sociali e di governance.




