1 dicembre 2025 – Giornata Mondiale contro l’AIDS.
Quarantaquattro anni dopo i primi casi documentati tra uomini omosessuali negli Stati Uniti, la lotta contro l’HIV ha compiuto passi da gigante. Eppure, mentre celebriamo i progressi straordinari della ricerca scientifica, i numeri raccontano una storia complessa che riguarda da vicino la salute maschile.
Il Punto sulla Situazione dell’HIV in Italia
Parlando dei dati certi, nel 2024, sono state registrate 2.379 nuove diagnosi di HIV in Italia, con un’incidenza di 4 casi per 100.000 residenti. Un dato che, dopo il calo dovuto alla pandemia nel 2020, mostra una ripresa costante. La trasmissione sessuale rappresenta la via principale di contagio, con gli uomini che fanno sesso con uomini (MSM) in prima linea nelle statistiche.
Ma c’è un elemento che dovrebbe far riflettere: la fascia 50-59 anni è passata dal 12% delle nuove diagnosi nel 2012 al 18% nel 2024, mentre quella degli ultrasessantenni è salita dal 5% al 12%. L’HIV non è più solo una questione giovanile. Gli uomini di mezza età e gli anziani mostrano una crescente vulnerabilità, spesso accompagnata da una minore percezione del rischio.
Il Problema Nascosto ancora oggi circa l’AIDS: Le Diagnosi Tardive
Uno degli aspetti più critici emersi dai dati più recenti riguarda le diagnosi tardive. Nel 2024, il 66,5% dei maschi eterosessuali e il 53,2% degli MSM sono stati diagnosticati con CD4 inferiori a 350 cellule/microLitro, un livello che indica un sistema immunitario già compromesso.
Significa che molti uomini scoprono di essere sieropositivi solo quando presentano sintomi o patologie correlate all’HIV.
Questa realtà ha conseguenze dirette anche su altri fronti della salute maschile. Gli uomini con HIV più facilmente ricevono una diagnosi tardiva di cancro alla prostata e meno facilmente si sottopongono ai test di screening. Una condizione che richiede un approccio integrato alla salute, dove prevenzione e monitoraggio diventano prioritari.
La Rivoluzione della Prevenzione: La PrEP
Se fino a pochi anni fa la prevenzione si limitava al preservativo, oggi la scienza offre strumenti farmacologici rivoluzionari. La PrEP (profilassi pre-esposizione) rappresenta un cambio di paradigma nella lotta all’HIV.
La PrEP, se assunta correttamente, riduce il rischio di contrarre l’HIV in seguito a rapporti non protetti del 99%. In Italia, da aprile 2023, i farmaci utilizzati per la PrEP (emtricitabina e tenofovir disoproxil) sono rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale per adulti e adolescenti ad alto rischio. Eppure, la diffusione di questa terapia preventiva rimane limitata, con barriere che vanno dalla scarsa informazione alla concentrazione dei centri prescrittori principalmente nel Nord Italia.
Gli studi internazionali dimostrano l’efficacia straordinaria di questa strategia. Tra il 2012 e il 2021, negli stati USA con la più elevata copertura della PrEP, il numero di nuove diagnosi di HIV è drasticamente e continuamente calato. Un risultato che conferma come la prevenzione biomedica, quando accessibile, possa davvero fare la differenza.
L’Innovazione che Cambia Tutto: Lenacapavir
Ma è dall’orizzonte della ricerca che arriva la notizia più straordinaria. Un farmaco chiamato lenacapavir, riconosciuto dalla rivista Science come la scoperta dell’anno 2024, sta ridefinendo completamente le prospettive della prevenzione dell’HIV.
Si tratta di un’iniezione sottocutanea da assumere soltanto due volte l’anno, con un’efficacia che ha dell’incredibile. Nel trial PURPOSE 1, condotto tra donne in Sudafrica e Uganda, lenacapavir ha dimostrato una protezione del 100% contro l’HIV. Zero infezioni tra le partecipanti che hanno ricevuto il farmaco.
I risultati altrettanto straordinari del trial PURPOSE 2, presentati nel 2024, hanno mostrato una riduzione del 96% del rischio di acquisire l’HIV tra uomini cisgender, uomini transgender, donne transgender e persone non binarie che hanno rapporti con partner assegnati maschi alla nascita. Solo due nuove infezioni su 2.180 partecipanti che hanno ricevuto lenacapavir, contro nove tra coloro che assumevano la PrEP orale quotidiana.
Il meccanismo d’azione di lenacapavir è innovativo: inibisce la proteina del capside del virus HIV in più fasi del suo ciclo vitale, risultando efficace dove altri farmaci agiscono solo su un singolo stadio della replicazione virale. E non presenta resistenze crociate con le altre classi di farmaci esistenti.
Una Questione di Equità ed Accesso
L’entusiasmo per queste scoperte si scontra però con una questione cruciale: l’accessibilità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha accolto con favore i risultati dei trial su lenacapavir, ma ha sottolineato la necessità di garantire un accesso equo e sostenibile a livello globale.
In Italia, mentre attendiamo l’autorizzazione dell’AIFA per le formulazioni long-acting, la comunità scientifica spinge per accelerare i tempi. La terapia antiretrovirale permette alle persone con HIV di avere una qualità di vita simile alla popolazione generale, tuttavia l’infezione è ancora presente e minacciosa.
Il Principio U=U: Una Conquista Scientifica e Sociale
Un messaggio fondamentale che deve arrivare a tutti gli uomini è quello del principio U=U (Undetectable = Untransmittable). Con una terapia regolare, la viremia può essere azzerata, rendendo il virus non trasmissibile. Questo significa che una persona sieropositiva in terapia efficace, con carica virale non rilevabile, non può trasmettere il virus ai propri partner sessuali.
È una conquista scientifica che dovrebbe abbattere lo stigma e la discriminazione, permettendo alle persone con HIV di vivere relazioni affettive e sessuali senza il peso della paura del contagio. Eppure, questo messaggio stenta ancora a diffondersi nella pratica clinica e nella cultura popolare.
Le Nuove Frontiere della Ricerca
La ricerca non si ferma. Oltre a lenacapavir, sono in fase di sviluppo altri farmaci long-acting per il trattamento dell’HIV. Due presentazioni alla conferenza CROI 2024 hanno indicato che due antiretrovirali a lunga durata d’azione – lenacapavir e cabotegravir – potrebbero essere abbinati con successo agli anticorpi monoclonali neutralizzanti per il trattamento dell’HIV.
Si lavora anche su regimi terapeutici orali a somministrazione settimanale, che potrebbero rivoluzionare l’aderenza alle terapie, uno dei punti critici nella gestione dell’HIV a lungo termine. L’invecchiamento della popolazione sieropositiva pone nuove sfide: la popolazione affetta dal virus invecchia come la popolazione generale grazie all’efficacia delle terapie, ma d’altro canto aumentano le comorbidità e le possibili interazioni farmacologiche.
Oltre l’HIV: La Salute Sessuale Maschile
La lotta all’HIV si intreccia inevitabilmente con la salute sessuale più ampia. Le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) come sifilide, gonorrea e clamidia sono in aumento in molte aree del mondo, anche tra gli uomini che utilizzano la PrEP.
Per questo motivo, la ricerca sta esplorando anche strategie innovative come la doxyPEP, una profilassi post-esposizione con doxiciclina che ha mostrato una riduzione del 58% dell’incidenza complessiva delle IST, con cali particolarmente significativi per clamidia (67%) e sifilide precoce (78%).
Un Appello alla Responsabilità Individuale e Collettiva
In questa Giornata Mondiale contro l’AIDS, il messaggio per gli uomini è chiaro e duplice. Da un lato, la scienza ha fatto passi da gigante: abbiamo terapie efficaci, strumenti di prevenzione straordinari, prospettive di controllo completo del virus. Dall’altro, persistono barriere culturali, informative e di accesso che rallentano la diffusione di queste conquiste.
Ogni uomo dovrebbe conoscere il proprio stato sierologico. Il test HIV dovrebbe essere parte della routine sanitaria, non un’eccezione da considerare solo in presenza di sintomi o situazioni percepite come rischiose.
La diagnosi precoce fa la differenza tra vivere con l’HIV in piena salute o affrontare complicazioni evitabili.
Per chi è a rischio elevato di esposizione – uomini che hanno rapporti con uomini, partner di persone sieropositive, chi ha rapporti non protetti con partner occasionali – la PrEP rappresenta uno strumento concreto di protezione. Non è una pillola miracolosa che sostituisce le altre forme di prevenzione, ma un’arma in più nell’arsenale della salute sessuale.
Verso il 2030: Gli Obiettivi Globali
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e UNAIDS hanno fissato obiettivi ambiziosi per il 2030: eliminare l’AIDS come minaccia per la salute pubblica, raggiungere il target 95-95-95 (95% di persone con HIV diagnosticate, 95% in terapia, 95% con viremia soppressa), ridurre le nuove infezioni del 90%.
I leader mondiali si sono impegnati a porre fine alla pandemia di AIDS come minaccia per la salute pubblica entro il 2030, ma potranno mantenere la promessa solo se garantiranno che la risposta all’HIV disponga delle risorse necessarie e che i diritti umani di tutti siano protetti.
Il report UNAIDS 2024 si intitola significativamente “The urgency of Now – AIDS at a crossroads”. Siamo davvero a un bivio. Abbiamo gli strumenti scientifici per cambiare radicalmente il corso dell’epidemia, ma serve volontà politica, investimenti sostenuti, abbattimento dello stigma, accesso universale alle cure e alla prevenzione.
Un Futuro Possibile
Questa Giornata Mondiale contro l’AIDS del 2025 ci trova in un momento di straordinaria speranza scientifica. Dalle terapie che azzerano la carica virale alla PrEP che previene l’infezione, fino alle innovazioni rivoluzionarie come lenacapavir che promettono una protezione semestrale con un’unica iniezione, il futuro della lotta all’HIV non è mai stato così luminoso.
Ma la scienza da sola non basta. Serve che ogni uomo diventi protagonista attivo della propria salute sessuale. Serve informazione, consapevolezza, responsabilità. Ser




