È stato firmato il 5 novembre 2025 il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022-2024 per il comparto scuola, un evento definito “storico” dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Per la prima volta nella storia dell’istruzione italiana, il rinnovo contrattuale assicura una reale continuità tra i contratti, ponendo le basi per chiudere rapidamente anche il CCNL 2025-2027. Se ciò avverrà, sarà la prima volta che tre contratti nazionali saranno firmati durante il mandato di un solo governo, segnando una svolta importante per il settore scolastico.
Aumenti retributivi per docenti e personale ATA
Il nuovo contratto prevede stanziamenti aggiuntivi per 240 milioni di euro che garantiranno aumenti salariali significativi per tutto il personale scolastico. In particolare, per il triennio 2022-2024, gli incrementi medi lordi mensili saranno di:
- 144 euro per i docenti
- 105 euro per il personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario)
- 141 euro per il personale universitario
- 211 euro per gli enti di ricerca
- 173 euro per l’AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica).
Questi aumenti rappresentano un ulteriore passo avanti rispetto al triennio 2019-2021, che aveva visto incrementi medi di 123 euro per gli insegnanti e 89 euro per il personale ATA.
Il futuro contratto 2025-2027 prevede, secondo le stime ufficiali, incrementi complessivi che arriveranno a 416 euro lordi mensili per i docenti e 303 euro per il personale ATA, inclusi gli arretrati, ossia circa 2.500 euro in più per i docenti e oltre 1.830 euro per il personale ATA, con una importante implicazione per il potere d’acquisto in un settore fondamentale per la crescita culturale del Paese.
Misure di welfare e fiscali integrate
Il rinnovo del contratto si accompagna anche a rilevanti misure fiscali e di welfare previste nella legge di bilancio 2026, volte a sostenere ulteriormente il reddito degli addetti alla scuola. Tra queste:
- una detassazione del salario accessorio con un bonus una tantum di circa 140 euro, finanziato con 170 milioni di euro;
- il taglio del cuneo fiscale, che potrà incrementare il reddito annuo di molti docenti fino a 850 euro;
- un aumento del bonus mensile per le lavoratrici madri, portato a 60 euro mensili.
Inoltre, a partire dal 1° gennaio 2026, sarà attivata una polizza sanitaria nazionale dedicata al personale scolastico che garantirà rimborsi fino a 3.000 euro all’anno per spese mediche e sanitarie, insieme a un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro che fino a oggi gravava esclusivamente sui lavoratori. Queste tutele aggiuntive rappresentano secondo Valditara “un riconoscimento di dignità e sicurezza a chi ogni giorno contribuisce alla formazione delle nuove generazioni”.
Dettagli degli aumenti per fascia di anzianità
In attesa del testo ufficiale, sono stati pubblicati i valori richiesti dalla piattaforma ARAN nell’ultimo incontro, che mostrano incrementi differenziati per profilo professionale e fascia di anzianità. Per esempio:
- per i docenti di scuola primaria e dell’infanzia con anzianità fino a 8 anni, l’aumento lordo mensile è di circa 48 euro
- mentre per i docenti laureati della scuola secondaria di II grado con oltre 35 anni di servizio, l’aumento lordo può raggiungere i 79 euro mensili.
Anche il personale ATA, dai collaboratori scolastici agli assistenti e funzionari, vedrà incrementi proporzionali in base all’anzianità di servizio, con aumenti mensili effettivi lordi che variano da circa 39 euro fino a 84 euro per le fasce più elevate.




