Si parla ancora molto in questi giorni dell’installazione dedicata al Pulcinella di Gaetano Pesce; migliaia di selfie ogni giorno davanti all’amata maschera napoletana continuano ad essere scattati.
È forse l’occasione per fare una riflessione sull’arte contemporanea e anche sull’artista Gaetano Pesce molto conosciuto e apprezzato in Italia e all’estero.
Pesce purtroppo è venuto a mancare il 03 aprile 2024 e “Tu si ‘na cosa grande” non è solo la sua ultima opera ma è anche una dichiarazione d’amore per Napoli.

Gaetano Pesce nasce nel 1939 a La Spezia e si è spento a New York nell’aprile di quest’anno. È stato uno dei maggiori esponenti del design italiano. Un vero maestro. Dopo aver completato gli studi artistici a Venezia nel 1959 partecipò con altri al gruppo EnneA nel 1962 e iniziò la sua carriera di designer presso una famosa azienda italiana, realizzando per loro una serie di poltrone che diventarono delle vere e proprie icone del design industriale italiano. Fra queste ricordiamo il modello UP5, dal forte messaggio sociale, in quanto era un omaggio alla complessa condizione femminile degli anni Settanta.
Nel 1972 il suo nome diventa internazionale partecipando alla mostra “taly: the new domestic landscape presso il Museum of Modern Art di New York.
Nel 1983 si trasferì nella grande mela creando la società Fish Design e proseguendo con successo una carriera sempre in bilico tra arte e design.
In quattro decenni ha avuto incarichi di architettura, di urbanistica, di design industriale e anche design espositivo, di arredi, di interni, ma anche incarichi di progetti pubblici in tutto il mondo: Stati Uniti, Europa, Asia, America Latina.
Le opere dell’artista da sempre hanno suscitato reazioni e discussioni, anche perché hanno sempre affrontato, anche con ironia, temi sociali e di attualità.
Ma quali erano i materiali delle sue opere? Nel suo studio di Brooklyn amava manipolare magistralmente la schiuma poliuretanica, la resina, e anche elastomeri.

Pesce odiava quell’architettura che era schiava dei principi dell’International Style, quando invece lui sognava un design che prendesse forma traendo linfa e ispirazione dalla realtà del luogo in cui si realizzava.
Odiava anche la superficialità e in più occasioni espresse la sua convinzione sui “pezzi che fanno pensare”: “È importante fare oggetti che hanno un significato, che fanno pensare. La gran parte della cosiddetta arte che si vede nelle gallerie e nei musei contemporanei ha perso la sua forza per diventare solo una decorazione… Ecco l’importanza del design come portatore di messaggi…”
La sua ultima opera come abbiamo detto è stata “Tu si ‘na cosa grande” per la città di Napoli. L’installazione, altissima, ha una grande visibilità, è una sorta di camicia aperta con un grosso colletto, ma ai più appare come un simbolo fallico.
L’ imponente abito di Pulcinella, è alto dodici metri ed è circondato da fiori sintetici di diversi colori, e poco distante da esso ci sono due cuori rossi di cinque metri, trafitti da una freccia metallica. L’opera è sorretta da alcuni cavi e si illumina di notte. La scelta stilistica di Pesce mescola tradizione e contemporaneità.
La monumentale installazione, come abbiamo detto, costata quasi duecentomila euro, è stata inaugurata il 10 ottobre 2024 nella piazza antistante il Maschio Angioino. Se il primo elemento è stato creato dall’artista e rappresenta il Pulcinella, i cuori invece sono stati realizzati dopo la morte del designer.
L’artista, da sempre molto legato alla città partenopea, ha scelto proprio questo personaggio perché considerato uno dei simboli principali di Napoli. La maschera è infatti un evidente e chiaro segnale di forte identità culturale.
L’opera ha provocato reazioni contrastanti da parte di tutta la comunità napoletana e non solo. La forma fallica del Pulcinella stilizzato ha acceso molteplici discussioni nel mondo dell’arte, dei media e non solo. Ma migliaia di persone ogni giorno si ritrovano davanti all’opera d’arte per criticarla, ammirarla, fotografarla o solo vederla.
Il maestro Pesce avrebbe sicuramente sorriso per tutto questo trambusto! I figli, Jacopo e Milena Pesce, hanno dichiarato che loro padre amava profondamente la città di Napoli e che con la sua opera ha voluto esprimere la dolcezza e la natura di una città ricca di sfumature e contrasti.
Va detto che non solo Pesce ma tutta l’arte contemporanea scatena spesso polemiche che coinvolgono pubblico, artisti e critici. A differenza dell’Arte moderna, che fa riferimento a tutte quelle opere artistiche create in epoca alquanto recente ma già storicizzate, l’Arte Contemporanea include lavori più recenti, frutto di movimenti artistici non ancora terminati o classificati, realizzati prevalentemente da artisti viventi.
L’Arte contemporanea ricordiamo nacque da una ispirazione di Marcel Duchamp, che vedeva l’arte come idea, come riutilizzo di oggetti comuni, arte che si fa con tutto e che tutti possono fare.
Anche polemiche e discussioni suscitano emozioni e di conseguenza riescono ad attrarre un pubblico curioso, che poi affolla mostre e installazioni, decretandone il successo, al di là della critica e della catalogazione degli esperti.
In conclusione, lasciamo che l’arte continui ad esprimersi liberamente, in tutte le sue variegate forme!


